Negli ultimi anni si è assistito ad un aumento delle richieste di operazioni odontoiatriche da parte degli adulti, spinti soprattutto dal desiderio di correggere fastidiosi inestetismi della regione orale.
Le operazioni a cui si sottopongono questi pazienti, tuttavia, sono spesso complicate dalla mancanza del fattore crescita, che può pregiudicare la corretta guarigione dell’area interessata dopo l’operazione.
Per ridurre questi fastidi, l’odontoiatria moderna ha scoperto (anche se il termine più corretto dovrebbe essere “riscoperto”) una tecnica che consiste nell’indebolimento della parete corticale ossea così da accelerare i tempi di spostamento dentale e ridurre drasticamente i tempi di risoluzione per le operazioni odontoiatriche.
Questa tecnica, benché abbia un forte successo tra gli adulti, è applicabile anche ai pazienti più giovani in modo da ridurre drasticamente le tempistiche di utilizzo dell’apparecchio ortodontico.
Corticomia, a chi rivolgersi
La corticomia è una pratica che risale agli inizi del novecento, ma allora fu poco utilizzata in quanto esponeva il paziente a forti rischi di necrosi dei tessuti e infezione.
Solo in tempi recenti la Corticomia è stata ripresa in considerazione dai professionisti del settore ortopedico, ma il suo ritorno recente e un utilizzo legato quasi esclusivamente ad interventi estetici ne fanno una disciplina comunque poco diffusa.
È necessario, quindi, informarsi adeguatamente su quali professionisti eseguono questa tecnica (accertarsi che si tratti di chirurgi maxillo-facciali) ed in quale strutture operano.
L’operazione dura all’incirca due ore e il prezzo dipenderà dall’esperienza del medico in cura.
La corticomia è una prestazione che i chirurgi odontoiatrici eseguono in privato, ma in alcuni casi è possibile trovare ospedali che la praticano e che permettono al paziente di avvalersi del Servizio Sanitario Nazionale.
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