La carie è un processo di origine batterica che erode lo strato superficiale del dente e può comprometterne i tessuti molli. Questo disturbo viene classificato in base alle cause scatenanti, alla rapidità di evoluzione, alle caratteristiche dell’orifizio generato sullo smalto e dai sintomi lamentati dal paziente.
Vediamo subito le tipologie in cui è possibile distinguere il processo carioso e le diverse procedure di trattamento.
Processo carioso acuto o cronico
A seconda della rapidità con cui si evolve, il processo carioso può essere distinto in acuto (il processo infettivo dura pochi mesi) o cronico (il processo potrebbe richiedere anche diversi anni). Il trattamento per risolvere queste tipologie di carie è lo stesso: il dentista dovrà rimuovere le parti necrotiche del dente, medicare la lesione e chiudere la cavità che si è creata sullo smalto al fine di impedire la ricomparsa dell’attività batterica.
Carie centrale
Si genera quando l’infezione batterica raggiunge il canale pulpare e si propaga verso la superficie esterna. Il processo si sviluppa con una direzione inversa rispetto ad una “normale carie”, risultando così più difficile da notare durante i controlli. Se il paziente dovesse avvertire una marcata sensibilità dentinale od un principio di pulpite, deve contattare subito il suo odontoiatra di fiducia per sottoporsi ad una visita di controllo approfondita.
Carie da radiazioni
Si tratta di un processo carioso ad evoluzione rapida che ha origine con l’esposizione dell’apparato orale alle radiazioni ionizzanti utilizzate nelle macchine a raggi X. Normalmente, questa tipologia di carie compare quando il paziente si sottopone ad un trattamento per la cura tumorale.
Le possibilità d’intervento sono le stesse di un normale processo carioso, ma vista la rapidità di evoluzione, l’odontoiatra potrebbe vedersi costretto ad eseguire una devitalizzazione.
Carie senile
Con l’avanzare dell’età, la ritrazione gengivale lascia i colletti dentali esposti all’azione batterica. Il coletto è una parte del dente non protetta dallo smalto e, di conseguenza, particolarmente sensibile all’attività cariosa.
Una carie senile può degenerare in pulpite in pochissimo tempo; a quel punto sarà necessario un intervento di devitalizzazione per riuscire a salvare il dente.
Carie secca
In alcuni casi molto rari, il processo carioso può rallentare o arrestarsi senza penetrare all’interno dei tessuti molli del dente. Quando questo accade, l’unico segno visibile che testimonia la presenza di questo disturbo è un puntino nero sulla superficie dello smalto.
Che il processo carioso abbia semplicemente rallentato o si sia arrestato completamente, non va comunque trascurato.
Contattate lo studio Simona Silvestri di Montecchio e prenotate una serie di sedute esplorative al fine di monitorare lo stato della carie secca, così da intervenire rapidamente nel caso ritorni attiva.
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