Durante un normale controllo, può capitare che l’odontoiatra diagnostichi al proprio paziente la mancanza di osso dove intervenire con l’implantologia dentale.
Prima di tutto precisiamo che questa diagnosi può avvenire unicamente dopo un esame tramite TAC (tomografia assiale computerizzata), in quanto la classica panoramica dentale non è sufficiente a determinare la mancanza di osso. Infine, assicuriamo a chiunque sia stata accertata questa particolarità anatomica che è possibile operare al fine di aumentare il volume osseo su cui inserire gli impianti.
Vediamo come:
La mancanza di osso nell’implantologia odontoiatrica, i metodi d’intervento
Come abbiamo spiegato, l’implantologia dentale può operare per aumentare la struttura ossea del paziente, questi innesti tuttavia presentano i seguenti limiti:
- Lunghi tempi di riabilitazione, dovuti al saldamento della nuova porzione ossea.
- Costi elevati.
- Operazioni particolarmente invasive.
- Una percentuale di successo non particolarmente alta, in quanto l’osso innestato può venire riassorbito dall’apparato osseo della mascella.
Ovviamente questa lunga lista di problemi ha stimolato la ricerca di metodi alternativi per venire incontro alle esigenze dei clienti e limitare costi e disagi dell’innesto.
Le alternative trovate ad oggi sono:
- Impianti corti. Strutture con una lunghezza inferiore agli 8,5 cm, adatti ad intervenire con apparati di odontoiatria senza dover innalzare il seno mascellare.
- Impianti inclinati. Applicabili sia nell’arcata superiore che in quella inferiore, permettono una forte tenuta in qualunque condizione ossea.
- Impianti pterigoidei. Impianti il cui innesto viene effettuato nei pressi della zona molare. Questo intervento garantisce una buona osteointegrazione ma l’operazione deve avvenire nei pressi dell’arteria palatina e quindi non è priva di rischi.
- Impianti zigomatici. Un impianto che raggiunge l’osso partendo dalla zona molare. Queste ossa sono molto resistenti e permettono un forte ancoraggio, ma l’intervento è molto invasivo e necessita di anestesia generale.
Tutti questi interventi permettono inoltre l’inserimento della protesi dopo un tempo di 24-48 ore dall’operazione.
La mancanza di osso nell’implantologia odontoiatrica, conclusioni
Analizzando scrupolosamente ogni singolo caso clinico, l’odontoiatra esperto saprà consigliare al suo paziente la migliore alternativa all’implantologia ossea che, come abbiamo precisato, non è solo costosa ed estremamente invasiva, ma non da certezza di riuscita.
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