Sicuramente una delle pratiche più temute dell’intero ambito dell’odontoiatria, l’estrazione del dente rimane comunque un intervento necessario nel caso di denti eccessivamente danneggiati da carie, infezioni e fratture profonde, o nell’eventualità in cui sia necessario per il corretto svolgimento di un’operazione di ortodonzia.
Le moderne tecniche di anestesia permettono di eseguire questa operazione, sempre tenuta come ultima opzione dall’odontoiatra, in maniera del tutto sicura ed indolore per il paziente, anche a dispetto dell’energia impiegata dal dentista in cura per l’estrazione, avvolte sufficiente per far apparire smorfie nel suo viso.
L’estrazione del dente, consigli su cosa fare dopo
Il gonfiore alla guancia è uno dei sintomi più comuni che seguono l’estrazione, ma è anche molto semplice da controllare. Una borsa del ghiaccio sulla parte interessata (gentilmente offerta dallo studio dove avete effettuato l’intervento) per le 24 ore conseguenti l’intervento dovrebbe essere sufficiente a lenire il disturbo. Se il gonfiore rimane, non preoccupatevi, si tratta di un semplice edema che scomparirà entro una settimana.
Dolori e rischi di infezioni si possono controllare con antidolorifici e antibiotici da assumere anche un’ora dopo l’intervento, cosi da prevenire entrambi prima che si manifestino. Evitate nel modo più assoluto l’aspirina, che è si, un antidolorifico, ma è anche un anticoagulante e ritarderà la cicatrizzazione dell’area dove è avvenuta l’estrazione del dente.
Per facilitare la guarigione è bene sospendere il normale ciclo di pulizia orale per le successive 24 ore dall’intervento, compresi risciacqui con il collutorio. Dopo questo lasso di tempo si può riprendere con lo spazzolamento dei denti, ma è bene evitare la zona interessata dall’estrazione per almeno 2 o 3 giorni.
Il sanguinamento, nel caso dovesse verificarsi, deve essere tamponato con della garza applicata con energia, il dolore vi dirà se state agendo nel modo giusto, altrimenti spostate il tampone.
Se l’emorragia persiste significa che dovete spostare il tampone o premere con maggiore forza, se anche così il flusso di sangue non si ferma, allora è necessario chiamare immediatamente l’odontoiatra.
Una volta recuperata la sensibilità alla bocca è consigliato ricominciare a mangiare (anche per compensare la mancanza di sangue), ma è meglio evitare cibi caldi, in quanto provocano dolore e sanguinamento in prossimità della ferita, e cibi duri che necessitano di masticamento. Evitate anche cibi che possono generare briciole o contenenti piccole parti che possono finire all’interno della ferita.
Nei casi di una ferita più estesa può essere necessario aggiungere dei punti di sutura, rimossi dopo una quindicina di giorni dall’odontoiatra che si assicurerà della corretta riuscita dell’intervento.
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