I denti necessitano di attenzioni diverse e strettamente connesse alle singole fasi della vita. Tocca all’odontoiatria garantire la sostituzione o l’integrazione di componenti dentali mancanti o perduti.
Le tipologie più comuni di protesi dentarie sono fisse, rimovibili e mobili. Obiettivo di questo articolo è descriverne le caratteristiche nei dettagli.
Protesi dentarie fisse
Il paziente a cui vengono impiantate le protesi dentarie fisse subisce un’operazione chirurgica dove tutti gli elementi presenti vengono rimossi. Poi vengono inseriti gli impianti in titanio, in genere quattro, sei o otto, ed infine è la volta della componente protesica che riproduce in modo pressoché pedissequo l’arcata dentaria.
E’ possibile rimuovere la protesi dentaria fissa? Sì, ma può farlo solo uno specialista.
Fra le protesi dentarie fisse più note vi sono:
- Ponte: trattasi di una protesi dentaria fissa, costituita da due o più corone tra cui si interpongono gli elementi mancanti.
- Maryland Bridge: trattasi di un ponte adesivo, composto da una struttura metallica a supporto della dentatura.
- Protesi totale circolare: protesi fissa, dove i denti presenti vengono rivestiti con la protesi, dopo che sono stati limati.
- Protesi di Toronto: protesi fissa, applicata su tutta l’arcata dentale, a seguito di avvitamento su quattro o sei impianti.
- Capsula dentale: può essere eseguita su uno o su più denti naturali, così come su un impianto. Lo scopo primario è quello di consentire il rimpiazzamento della parte esterna del dente.
Quali sono i materiali più comunemente impiegati nella realizzazione di una capsula dentale?
Il rivestimento in ceramica, contraddistinto da un elevato impatto estetico tipico della dentatura normale, e la struttura in metallo, caratterizzata da solidità e resistenza, formano la combinazione più ricorrente. Ma non è l’unica. Ad andare per la maggiore, vi è anche il metallo composito, costituito dalla struttura interna in metallo e dalla parte esterna in resina. Altri odontoiatri privilegiano lo zirconio, metallo bianco altamente resistente e, come la ceramica o la resina, perfettamente in grado di simulare la dentatura tradizionale. Infine, il disilicato di litio, ricorda in termini estetici la classica dentatura, ma senza lo scudo in metallo.
Protesi dentarie rimovibili
Consistono in mini impianti, in genere due o quattro, che vengono impiantati a seguito dell’estrazione degli elementi dentali presenti. A questi vengono poi inseriti protesi semi mobili, dette “a bottoni”, le quali possono essere attaccate o staccate all’occorrenza, per assicurare un’ottima azione di pulizia. Per avere una maggiore stabilità e la totale assenza di traballamenti nella dentiera, si utilizzano queste protesi che adoperano il meccanismo del possouir: le viti vengono avvitate direttamente dentro l’osso e si contraddistinguono per la presenza di una parte maschio, a pallina, che spunta fuori dalla gengiva in maniera fissa, e una parte femmina, collocata nella dentiera, in corrispondenza della parte maschio. Si chiama protesi a bottone, proprio perché nel momento in cui il paziente inserirà la sua dentiera, noterà come questa si abbottonerà in maniera fissa. Per toglierla, non dovrà fare altro che fare una pressione leggera.
Protesi dentarie mobili
Molto diffuse tra le persone anziane, si rivelano assai pratiche perché non sono invasive, in quanto adesive alla mucosa gengivale, e veloci da creare. In laboratorio, infatti, basterà prendere l’impronta. Nulla di più.
L’importanza della sicurezza dei materiali e della certificazione
L’utilizzo di materiali sicuri e certificati è essenziale per le protesi dentarie, in quanto contribuiscono da un lato a ripristinare il corretto funzionamento dei soggetti affetti da edentulia, ma al tempo stesso anche a mettere fine alle varie anomalie di tipo funzionale ed estetiche. A seguito di un controllo da parte dell’odontoiatra, verrà valutata qual è la tipologia di protesi dentaria più adatta per il paziente. Ciò vuol dire, decidere se inserire una protesi fissa per la ricostruzione permanente dei componenti dentari che hanno subito danneggiamenti o, nei casi peggiori, che si sono persi.
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